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Nei tempi della mia giovinezza

non c'è tempo per scrivere,

non c'è tempo, per pensare,

non c'è tempo per creare passioni, pazze,

che non siano travolgenti, terremoti burrascosi

nelle fogne tossiche di agglomerati urbani.

Ma, nel buio delle nostre ore, molto moderne,

broker vincenti non investono

cuori bollenti in pezzi di ghiaccio,

per trovarsi ancora, e ancora 

tra le mani rivoli d'acqua

che sfuggano, inorriditi,

alle loro carezze.

 

Non riesco a non ferirmi

al suono metallico dei tuoi silenzi;

ma, quando parli, senza battiti d'ali,

angelo moro caduto su un trinciapolli,

esprimi, in un istante

tutta la banalità inquadrata

della nostra, vuota, de-generazione anni 'ottanta.

 

          [Versi Introversi, 2008]

 Lino Bertolas - 28/11/2019 15:41:00 [ leggi altri commenti di Lino Bertolas » ]

C’è un senso di delusione/disillusione (almeno così lo percepisco) in questi versi che sembrano esprimere la caduta di ideali e di speranze di periodi precedenti. L’oggi si fa più spoglio e se qualche passione persiste sembra aver perso il proprio slancio interiore.
Rimane solo la poesia per manifestare questo? Speriamo di no, speriamo che nonostante tutto rinasca il desiderio di rialzarci in volo.
Un saluto.

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