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al testo di Ivan Pozzoni
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Nei tempi della mia giovinezza non c'è tempo per scrivere, non c'è tempo, per pensare, non c'è tempo per creare passioni, pazze, che non siano travolgenti, terremoti burrascosi nelle fogne tossiche di agglomerati urbani. Ma, nel buio delle nostre ore, molto moderne, broker vincenti non investono cuori bollenti in pezzi di ghiaccio, per trovarsi ancora, e ancora tra le mani rivoli d'acqua che sfuggano, inorriditi, alle loro carezze.
Non riesco a non ferirmi al suono metallico dei tuoi silenzi; ma, quando parli, senza battiti d'ali, angelo moro caduto su un trinciapolli, esprimi, in un istante tutta la banalità inquadrata della nostra, vuota, de-generazione anni 'ottanta.
[Versi Introversi, 2008] |
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